Il marito, con fare minaccioso, intima alla consorte di restituirgli la fede nuziale? Se la moglie, intimorita dal suo comportamento, asseconda la richiesta, l’uomo risponderà di rapina

Secondo una recente sentenza della Corte di cassazione, la minaccia, elemento costitutivo del reato di rapina – propria o impropria –, può consistere tanto in una condotta palese, esplicita e determinata, quanto in una condotta implicita, larvata, indiretta ed indeterminata, purché essa, quale che sia la sua forma di manifestazione, sia tale da incutere timore e, per l’effetto, da coartare la volontà del soggetto passivo, tenuto conto delle circostanze concrete del fatto, della personalità dell’agente, delle condizioni soggettive della vittima nonché delle condizioni ambientali in cui questa opera: nel caso di specie, i Giudici hanno confermato la sentenza di condanna pronunciata nel confronto di un uomo che, con fare minaccioso, aveva intimato alla consorte di restituirgli la fede nuziale, incutendole un serio e concreto timore per la sua incolumità e, così, coartandone la libertà di autodeterminazione (Cass. pen., Sez. II, 12 aprile 2021, n. 13641).