In tema di indebito utilizzo di carte di credito e di pagamento (art. 493 ter c.p.), la Corte di cassazione ha recentemente affermato che, trattandosi di una fattispecie plurioffensiva – cioè volta a tutelare non solo gli interessi (privati) del titolare della carta, ma anche quelli (pubblici) alla sicurezza delle transazioni commerciali e alla fiducia della collettività nell’utilizzazione da parte dei consociati degli strumenti di pagamento –, non può trovare applicazione la causa di giustificazione del consenso dell’avente diritto (art. 50 c.p.) anche se l’utilizzatore ha agito su delega da parte del titolare della carta: l’esimente, infatti, richiede che il bene giuridico tutelato dalla norma rientri nella categoria dei c.d. beni disponibili, rispetto ai quali il titolare sia quindi in grado di rinunciare, circostanza da escludersi nel caso di beni di rilievo collettivo, come quello in esame (Cass. pen., Sez. II, 12 maggio 2021, n. 18609).
Dopo aver conseguito la Laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” nel 2012, l’avvocato Luca Lanzi ha svolto il biennio di praticantato in un prestigioso Studio legale della Capitale, superando l’esame per l’abilitazione all’esercizio della professione forense presso la Corte di Appello di Roma. Iscritto all’Albo degli Avvocati di Roma dal 2015, a soli 27 anni ha iniziato a patrocinare in processi penali di sempre maggior caratura, nel Foro di Roma e su tutto il territorio nazionale.
Avv. Luca Lanzi
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