In tema di reati sessuali – e, in particolar modo, di violenza sessuale – la Corte di cassazione ha recentemente affermato che l’idoneità della condotta violenta o minacciosa, presupposto costitutivo del reato, deve essere valutata non in astratto, bensì in concreto, valorizzando ogni circostanza oggettiva e soggettiva, sicché essa può sussistere anche in relazione ad una intimidazione psicologica attuata in situazioni particolari tali da influire negativamente sul processo mentale di libera determinazione della vittima, senza che ciò debba necessariamente protrarsi nel corso della successiva fase esecutiva: ne consegue, pertanto, che, ai fini della configurabilità del reato, è sufficiente che la condotta sia idonea a coartare la volontà della vittima, pur senza annullarla totalmente, non essendo peraltro necessario che la violenza o la minaccia siano perpetrate per tutto il tempo, dall’inizio al congiungimento, ma solamente che il rapporto non voluto dalla persona offesa sia consumato anche solo approfittando dello stato di prostrazione, angoscia o diminuita resistenza in cui la vittima è ridotta (Cass. pen., Sez. III, 18 maggio 2021, n. 19611).
Dopo aver conseguito la Laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” nel 2012, l’avvocato Luca Lanzi ha svolto il biennio di praticantato in un prestigioso Studio legale della Capitale, superando l’esame per l’abilitazione all’esercizio della professione forense presso la Corte di Appello di Roma. Iscritto all’Albo degli Avvocati di Roma dal 2015, a soli 27 anni ha iniziato a patrocinare in processi penali di sempre maggior caratura, nel Foro di Roma e su tutto il territorio nazionale.
Avv. Luca Lanzi
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