Guida sotto l’effetto di stupefacenti: per il reato non basta la positività alla sostanza, ma è necessario uno stato di alterazione psico-fisica derivante dall’assunzione di droga

La Corte di cassazione ha affermato che, ai fini della configurabilità del reato di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti (art. 187, Codice della Strada), non basta solo l’accertamento della positività del conducente alla droga, come nel caso di guida in stato di ebbrezza, poiché la norma non punisce semplicemente chi guida dopo aver assunto droghe, bensì chi si mette alla guida in uno stato di alterazione psico-fisica derivante dall’assunzione dello stupefacente, condizione che pertanto dovrà essere accertata: ciò in quanto, a differenza dell’alcool, che viene assorbito velocemente dall’organismo, le tracce degli stupefacenti vi permangono nel tempo, sicché l’esito di un controllo potrebbe essere positivo ancorché l’assuntore abbia fatto uso di droga giorni addietro e, quindi, non stava guidando in una condizione alterata (Cass. pen., Sez. IV, 8 giugno 2021, n. 22268).