Secondo la Corte di cassazione, nel caso in cui la vittima di violenza sessuale, prima del fatto, abbia assunto volontariamente sostanze alcoliche o stupefacenti sì da ridursi in uno stato di sopore o, addirittura, di incoscienza, nei confronti dell’autore del reato, che abbia profittato della situazione, troverà applicazione l’art. 609bis, co. 2, n. 2) c.p. – che, a livello sanzionatorio, equipara l’induzione a compiere o subire atti sessuali abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della vittima, come nel caso in oggetto, alla costrizione mediante violenza o minaccia perpetrata nei confronti di chi sia nel pieno delle proprie capacità psico-fisiche –, e non l’aggravante prevista dall’art. 609ter, co. 1, n. 2) c.p., che potrà applicarsi solo laddove l’autore della violenza abbia coscientemente fatto assumere alla vittima sostanze alcoliche o narcotiche al fine – e, quindi, con il preordinato intento – di commettere il fatto (Cass. pen., Sez. III, 25 giugno 2021, n. 24865).
Dopo aver conseguito la Laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” nel 2012, l’avvocato Luca Lanzi ha svolto il biennio di praticantato in un prestigioso Studio legale della Capitale, superando l’esame per l’abilitazione all’esercizio della professione forense presso la Corte di Appello di Roma. Iscritto all’Albo degli Avvocati di Roma dal 2015, a soli 27 anni ha iniziato a patrocinare in processi penali di sempre maggior caratura, nel Foro di Roma e su tutto il territorio nazionale.
Avv. Luca Lanzi
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