Con una recente pronuncia in tema di falsità materiale in certificati o autorizzazioni amministrative commesse dal privato (artt. 477 e 482 c.p.), la Suprema Corte ha stabilito che, laddove un cittadino extracomunitario venga trovato in possesso di una patente di guida del proprio Stato di origine contraffatta, ciò costituirà reato solo se non si tratti di un c.d. falso grossolano, cioè solo laddove, ricorrendo le condizioni di validità del documento ai fini della conduzione di un veicolo in Italia, come previste dagli artt. 135 e 136 del Codice della Strada, esso sia valido ai fini della legittimazione alla guida e della identificazione della persona, poiché solo in questo caso avrebbe il valore di autorizzazione amministrativa: in particolare, sarebbe tale esclusivamente se chi ne venga trovato in possesso non sia residente in Italia da più di un anno – come prescritto dall’art. 135, co. 1 del Codice della Strada –, poiché in caso contrario, non ricorrendo le condizioni di validità del documento ai fini dell’abilitazione alla guida nel nostro Paese, la condotta integrerebbe un c.d. falso innocuo (Cass. pen., Sez. V, 21 giugno 2021, n. 242727).
Dopo aver conseguito la Laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” nel 2012, l’avvocato Luca Lanzi ha svolto il biennio di praticantato in un prestigioso Studio legale della Capitale, superando l’esame per l’abilitazione all’esercizio della professione forense presso la Corte di Appello di Roma. Iscritto all’Albo degli Avvocati di Roma dal 2015, a soli 27 anni ha iniziato a patrocinare in processi penali di sempre maggior caratura, nel Foro di Roma e su tutto il territorio nazionale.
Avv. Luca Lanzi
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