La Corte di cassazione ha stabilito che risponde del reato di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (art. 615 ter c.p.) colui che accede al sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate – e, in specie, al servizio fiscale del contribuente, c.d. “cassetto fiscale” – contro la volontà di quest’ultimo, utilizzando una password ottenuta a sua insaputa ed a prescindere dall’eventuale compimento di operazioni on-line: secondo i Giudici di legittimità, la condotta intrusiva sarebbe di per sé sola sufficiente a violare il domicilio informatico del privato, luogo virtuale di sua esclusiva spettanza.
La sentenza ha inoltre precisato che, pur se l’agente, in precedenza, fosse stato autorizzato dal contribuente a conoscere e, quindi, utilizzare le credenziali di autenticazione, l’accesso al sistema informatico sarebbe comunque abusivo e, così, penalmente rilevante se, nelle more, l’autorizzazione fosse stata revocata tramite comportamenti espressi (Cass. pen., Sez. V, 27 aprile 2021, n. 15899).
Dopo aver conseguito la Laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” nel 2012, l’avvocato Luca Lanzi ha svolto il biennio di praticantato in un prestigioso Studio legale della Capitale, superando l’esame per l’abilitazione all’esercizio della professione forense presso la Corte di Appello di Roma. Iscritto all’Albo degli Avvocati di Roma dal 2015, a soli 27 anni ha iniziato a patrocinare in processi penali di sempre maggior caratura, nel Foro di Roma e su tutto il territorio nazionale.
Avv. Luca Lanzi
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