Se lo spray antiaggressione – c.d. spray al peperoncino – contiene una sostanza urticante a base di oleoresin capsicum che non rispetti le caratteristiche stabilite dal D.M. 203/2011, chi la detiene in luogo pubblico risponderà di porto abusivo di armi

Secondo una recentissima pronuncia della Corte di cassazione (Cass. pen., Sez. I, 21 aprile 2021, n. 15083), risponderà di porto abusivo di armi (art. 699 c.p.) colui che detiene in pubblico una bomboletta spray che nebulizza un principio attivo naturale a base di oleoresin capsicum (c.d. spray al peperoncino) che non rispetti le caratteristiche stabilite dal Ministero dell’Interno con l’art. 1, D.M. 203/2011 affinché gli strumenti di autodifesa di cui all’art. 2, co. 3, L. 110/1975 non comportino un pericolo per la pubblica incolumità, e cioè: a) devono contenere una miscela non superiore a 20 ml; b) devono contenere una percentuale di oleoresin capsicum disciolto non superiore al 10%, con una concentrazione massima di capsaicina e capsaicinoidi totali pari al 2,5%; c) la miscela erogata dal prodotto non deve contenere sostanze infiammabili, corrosive, tossiche, cancerogene o aggressivi chimici; d) devono essere sigillati all’atto della vendita e muniti di un sistema di sicurezza contro l’attivazione incidentale; e) devono avere una gittata utile non superiore a tre metri.